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I BIAS 1/4

I bias cognitivi che ci portano fuori strada per carenza di informazioni.

15 marzo 2023
4,5 minuti

I bias cognitivi sono come dei piccoli pregiudizi che possono influire sulle nostre scelte e comportamenti. Non sempre sono basati sulla logica e, a volte, possono portarci a prendere decisioni sbagliate. Tutti noi, in un modo o nell'altro, siamo influenzati da questi errori di pensiero. In questo articolo scopriremo i bias più curiosi e sorprendenti legati alla mancanza di informazioni e alla velocità con cui la mente può formulare conclusioni affrettate.

Unire i puntini

Uno dei bias tipici di questo gruppo è la Pareidolia. Si tratta di un meccanismo che coinvolge la vista e che ci porta, erroneamente, a credere di poter individuare strutture, figure o forme che hanno un significato perfino in situazioni che non ne hanno uno. Quante volte ti sarà capitato di guardare le nuvole e di voler associare la loro forma a qualcosa di esistente? Oppure di vedere la sagoma di un volto in una sfumatura del legno o nella schiuma del caffè?

Gli stereotipi

Questo gruppo riguarda i pregiudizi legati agli stereotipi, come l'Effetto Placebo. Questo bias, ad esempio, ci può far credere che un farmaco o un atteggiamento possano avere un effetto positivo sul nostro corpo solo perché la nostra mente è convinta che sia così. Questo ci dimostra quanto i nostri pensieri possano influire anche sul nostro benessere.

Il testimonial ha sempre ragione

Questo gruppo riguarda i bias legati a ciò che conosciamo e amiamo. Questo bias specifico, l'Effetto Alone, ci fa credere che una persona che eccelle in un campo sia affidabile anche in altri settori, come ad esempio quando un testimonial pubblicizza un prodotto a cui non è direttamente legato. Questo è un bias che viene spesso utilizzato nel mondo del marketing.

Conoscendo i nostri limiti mentali, possiamo sfruttare questa consapevolezza per creare campagne di marketing efficaci e indimenticabili.

So a cosa stai pensando

Questo gruppo di bias comprende la Maledizione della Conoscenza, che ci fa presumere che le persone con cui interagiamo abbiano il nostro stesso livello di conoscenza su un determinato argomento. Questo può portare a situazioni imbarazzanti, come quando un insegnante utilizza termini complessi con gli studenti o un dottore parla in linguaggio medico con un paziente che non lo capisce.

Il multitasking non è per tutti!

Il bias più legato al multitasking è il Numero Magico 7+-2. Lo psicologo George Miller l'ha decodificato nel 1956 e ha dimostrato che c'è un limite alla capacità della mente umana di ricordare, memorizzare o pensare a più cose contemporaneamente. Questo limite varia da persona a persona e il numero massimo di cose che possiamo tener presenti contemporaneamente è sette (più o meno due). Questo bias ci mostra che la mente non è progettata per fare molte cose contemporaneamente e che il multitasking può essere difficile per molte persone (soprattutto per gli uomini).

Le carte in tavola

Il bias più rappresentativo di questa sezione è il bias della Proiezione. Significa che tendiamo a credere che le nostre inclinazioni, gusti e preferenze rimarranno sempre uguali nel futuro. Potremmo dire "non mi sposerò mai", "non prenderò mai un cane", "non mi iscriverò mai a un corso di ballo!", ma poi la vita ci sorprende e cambia le nostre carte in tavola. Quindi… mai dire mai!

Questi sono solo alcuni dei modi in cui i bias cognitivi possono influire sulle nostre decisioni e sui nostri pensieri. Ma, con una maggiore consapevolezza, possiamo lavorare per ridurre il loro effetto e avere una visione più obiettiva della realtà. Nella prossima tappa scopriremo i trabocchetti della nostra mente legati all'eccesso di informazioni. Stay tuned!

Roberta e Renato
amarena team
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