Contrariamente a quanto si possa immaginare, i designer non pensano con forme e colori stravaganti e tanto meno a sei dimensioni. Anche per progetti semplici iniziano a elaborare una struttura per trovare l’equilibrio perfetto tra tutti gli elementi.
Quasi certamente il tuo grafico è una persona gentile che non vuole ferire i tuoi sentimenti e tanto meno, in virtù del fatto che lo stai pagando, contraddire il tuo pensiero. Hai assunto qualcuno che progetti per te, non perché non puoi fisicamente pensarci tu, ma perché non hai gli strumenti per comprendere cosa fa di un progetto un progetto "bello".
È lo stesso meccanismo per cui non sai perché la tua casa non crolla: pensi di saperlo, ma nel momento in cui lo chiedi ad un operaio o architetto scopri che non avevi la più pallida idea di cosa tenesse la tua casa in piedi da decenni. Oppure, quando la tua auto si ferma, puoi intuire cosa c'è che non va ma, non essendo poi in grado di ripararla da solo, ti tocca portarla dal meccanico.
Con le automobili e le case la posta in gioco è evidentemente alta: essere bloccati in mezzo al nulla o avere un tetto che crolla è qualcosa che vorresti decisamente evitare e per cui scegli di affidarti ad esperti. Con il design, visto che ognuno ha il diritto di avere gusti e preferenze personali, tutto questo non sempre succede.
Ma perché il tuo designer non si limita a ingrandire il logo con tutto quello spazio bianco a disposizione?
I brand che ami hanno probabilmente personalità molto diverse tra loro ma, nonostante questo, ognuno di essi ha delle caratteristiche che li rende attraenti. Per quale motivo ti piace l’identità minimal e sofisticata di Apple ma anche quella audace e dirompente di Samsung?
In un certo senso Apple e Samsung non sono così diversi. E questo può valere anche per Nike, Armani, Lavazza, Moleskine e Coca-Cola. Ognuno di questi brand si assomiglia nel senso che tutti hanno un linguaggio visivo e un sistema di progettazione coerenti e definiti in cui nulla è lasciato al caso.
Questi brand hanno stabilito una serie di regole e definito con esattezza quanto dovrebbe essere grande il loro marchio in ogni possibile scenario perché ci hanno preventivamente pensato molto.
Cosa accomuna quindi Apple e Samsung? Sono entrambi molto espliciti ed estremi nel modo in cui si presentano e seguono le proprie regole coerentemente, senza mai trasgredirle.
Nel design ben progettato ogni elemento ha uno scopo specifico. Il colore, l'uso dello spazio, il carattere tipografico, la spaziatura delle lettere, l'interlinea, la crenatura, le forme, i pieni e i vuoti sono il risultato del pensiero, del confronto e, non meno importante, del buon senso. Ogni aspetto del design, anche ciò che non vedi, è stabilito, ed è questo che lo rende un buon design.
Contrariamente a quanto si possa pensare, i designer non pensano con forme e colori stravaganti e tanto meno a sei dimensioni. I designer pensano (quasi sempre) in modo funzionale. Anche per progetti più semplici come un biglietto da visita iniziano a pensare a una struttura basata su una serie di requisiti. Questo significa che un grafico utilizza il proprio pensiero visivo essenzialmente per risolvere problemi. Essere in grado di visualizzare potenziali soluzioni prima di disegnarle accelera notevolmente il processo di progettazione ma non cambia il fatto che le scelte fatte si basano sulla logica e non su magici impulsi creativi.
Anche per un biglietto da visita ci possono essere molteplici soluzioni. Una per una si mettono in pratica le opzioni possibili valutando le aspettative del cliente, i casi di utilizzo, l’uso dei colori, delle forme e del testo. Man mano che il processo si evolve, le opzioni si riducono e, alla fine, il designer arriva a un punto in cui tutto ha perfettamente senso 😊.
Quando poi guarda quel biglietto da visita e finalmente pensa "cavolo, è bellissimo" solo in quell’istante saprà che è riuscito a trovare l’equilibrio tra tutti gli elementi e che ora funziona veramente. Tutto ciò che è visibile e tutto ciò che non lo è si trova in armonia per fare, dire e trasmettere esattamente ciò che dovrebbe: niente di più e niente di meno.
Finché qualcuno arriva e dice: “Forse potresti ingrandire il logo e spostarlo nell'angolo dove c'è molto spazio vuoto".
Il processo di design necessita di un briefing chiaro, di un contesto ben definito e, soprattutto, di spazio e tempo per pensare e porre domande. "Voglio che tu mi crei una maglietta alla moda, audace e dall'aspetto virile" non è un briefing.
Se il tuo designer riceve un briefing in questo modo, non ha nulla su cui lavorare: niente su cui basare le sue scelte, nessuna direzione da esplorare, nessun contesto "alla moda" e "audace" hanno significati diversi per ognuno.
Un buon briefing potrebbe essere: “Stiamo cercando di veicolare il nostro marchio agli appassionati della palestra. I nostri dati (si prega di allegare il report) suggeriscono che sono, come gruppo, molto rappresentativi del nostro marchio e parlano la nostra lingua. Una delle nostre idee è quella di distribuire, ai nostri clienti più affezionati, una maglietta appositamente progettata per indossarla mentre si fa sport. Vorremmo chiederti di progettare il design del packaging e delle magliette. Poiché prevediamo di produrne solo 500, per limitare i costi, vorremmo che avesse al massimo due colori".
Un briefing così articolato metterà sicuramente il designer nelle condizioni di svolgere al meglio il proprio lavoro. Sono chiari i vincoli, c'è il contesto e l’obiettivo da raggiungere è preciso, tutti elementi necessari per fare un ottimo lavoro!
Ora hai tutte le informazioni che ti aiuteranno a fare un buon briefing ma soprattutto a capire perché dovrai pensarci due volte prima di chiedere al tuo designer di ingrandire il tuo logo.