Se il tuo brand non ha ancora sviluppato un logo responsive questo è il momento per realizzarlo. Il motivo? Le abitudini dei clienti sono sempre più orientate a un mercato omnicanale. In questo contesto essere riconoscibili in modo coerente in ogni touchpoint può fare la differenza.
Quanto è importante oggi per un brand avere un logo responsive? Per capirlo facciamo insieme un piccolo esempio concreto. Proviamo a immaginare un primo incontro di lavoro in cui il nostro interlocutore ci accoglie vestito di tutto punto e un secondo appuntamento, magari in una di quelle famigerate call online, in cui la stessa persona si presenta davanti allo schermo molto trasandata. Che tipo di percezione avremmo? Che sentimenti genererebbe una distonia di questo genere? Certamente nulla che ci invogli a proseguire quel rapporto. Vale la stessa cosa per i loghi dei brand.
In un mercato sempre più omnicanale rendere immediatamente riconoscibile la propria identità è un aspetto che può aiutarti a fare la differenza.
Per capire l’importanza dello sviluppo di un logo responsive è utile essere consapevoli del cambiamento che ha investito il mercato dei consumi. Secondo una recente indagine condotta dalla School of Management del Politecnico di Milano nel 2021 in Italia sono stati 46,1 milioni i consumatori multicanale. Alcuni numeri che devi conoscere emersi da questa ricerca:
• Sono 17,1 milioni gli italiani confidenti nell’uso dei canali online (suddivisi fra 7,1 milioni di digital rooted e 10 milioni digital engaged);
• Si prevede che entro il 2031 questa fascia di popolazione, che oggi rappresenta circa il 33% degli italiani di età maggiore dei 14 anni, arriverà a una percentuale stimata del 62%;
• Nel 2021 il 69% degli utenti internet ha incontrato nuovi brand online e il 76% ha usato la rete per confrontare marche o servizi.
Ti sarà utile sapere anche quali sono i tre settori in cui si concentrano maggiormente abitudini d’acquisto multicanale:
1. Viaggi. Il 71% dei consumatori si informa online, il 43% acquista esclusivamente online;
2. Elettronica e informatica. Il 70% dei consumatori si informa online, il 14% acquista esclusivamente online;
3. Assicurazioni. Il 46% dei consumatori si informa online, il 23% acquista esclusivamente online.
I dati che hai appena visto inquadrano una realtà in cui i brand sono chiamati a vivere ecosistemi eterogenei e a presidiare differenti spazi e tecnologie che interagiscono fra loro: social e videogames, stampa e web, smartwatch e PC. Sono sempre più i luoghi reali e virtuali in cui è funzionale essere presenti per consolidare la brand awareness, fare lead generation e, soprattutto, implementare le conversioni.
Il funnel per come lo abbiamo conosciuto, un’esperienza immersiva e in qualche modo lineare, è ormai sostituito come modello di percorso d’acquisto da una rete di touchpoint che l’utente incontra vivendo esperienze differenti per ciascun media. Non solo. È sempre più importante allargare lo sguardo. I consumatori riconoscono oggi un ruolo sociale ai brand e sono più attratti dalle marche attente alle tematiche sociali: il 76% ritiene giusto che i brand prendano posizione, il 73% valuta positivamente le aziende che intraprendono questo percorso e il 57% le premia quando si tratta di scegliere prodotti e servizi da acquistare.
In uno scenario così frammentato il filo che lega ogni nodo all’altro sono la brand identity e la brand equity. È la sfida che ogni azienda deve cogliere oggi. Come fare allora? Che strategie mettere in campo?
In un mercato sempre più competitivo in cui la fidelizzazione dei clienti rappresenta una delle soluzioni che garantiscono risultati migliori in termini di conversioni è indispensabile avere una gestione sinergica di tutti i touchpoint tra l’azienda e gli utenti – online e offline – che devono essere interconnessi tra loro. Come creare questa connessione?
1. Il messaggio trasmesso deve sempre rispecchiare l’immagine e il tone of voice del brand;
2. Il design deve essere coordinato;
3. Il brand deve trasmettere una visione univoca;
4. L’esperienza utente deve essere fluida.
Oggi per un’azienda diventa essenziale avere una brand identity chiara per poter sviluppare una strategia omnicanale.
Solo grazie alla comunicazione integrata multicanale è infatti possibile abbattere le barriere tra online e offline e, solo grazie a uno sviluppo coerente della propria immagine, ci si potrà adattare in modo fluido ai vari contesti per poter sempre performare e comunicare al meglio. Il punto di partenza? Avere un logo responsive.
Il fulcro dell’identità di un brand è senza dubbio il suo logo, che cambia con l’evolversi della storia dell’azienda. Che caratteristiche deve avere allora un logo responsive? Essenzialmente tre:
1. Versatilità. Un logo responsive deve avere come prima caratteristica l’essere immediatamente riconoscibile da uno smart watch a un manifesto 6x3 in strada.
2. Semplicità. Nell’elaborare un logo responsive è meglio togliere elementi che moltiplicarli. Una eccessiva complessità può infatti generare confusione in chi guarda. Viceversa un design semplice può scalare su differenti piattaforme.
3. Riconoscibilità. Un logo responsive deve avere almeno un componente primario costante in ogni sua variabile.
Se la parola d’ordine per quel che riguarda le abitudini di consumo sarà sempre più omnicanalità compito di chi costruisce le strategie dei brand è costruire una identità coerente riconoscibile in touchpoint che possono essere molto diversi fra loro.
Per questo realizzare un logo responsive, in grado di cambiare mantenendo un’identità grafica precisa, è una sfida che non può più essere rimandata non solo per le grandi aziende, ma anche per tutte le piccole realtà imprenditoriali che hanno scelto con coraggio di essere presenti in modo strutturato ed efficace online.